Obiettivo scuole: Sicurezza, efficienza, qualità
I recenti avvenimenti hanno dimostrato come persista, in gran parte
del nostro Paese, un problema legato allo stato di manutenzione degli
edifici esistenti. Ed ecco che, anche il tema della sicurezza sismica,
diventa di prim’ordine in edifici pubblici che ospitano ogni giorno
moltissime persone, fra studenti, insegnanti e personale.
Si deve quindi fare una distinzione fra quelle linee guida che sarebbero
da seguire nei casi di nuova realizzazione e gli interventi necessari
per salvaguardare o ripristinare il patrimonio esistente. Come per le
altre tipologie, anche nell’edilizia scolastica, una grande fetta del
costruito risale a decenni fa, necessitando inevitabilmente di debiti
interventi. Degrado e non solo dilagano nelle scuole italiane e, con i
giusti investimenti e progetti, si potrà intraprendere un percorso di
rinnovazione importantissimo.
Una logica progettuale puntuale, che pone al centro la didattica e il
benessere degli alunni, apre molte opportunità per concepire in modo
nuovo e, si spera, migliore le nostre scuole. Esistono già esperienze e
casi positivi ed è fondamentale la condivisione e la diffusione delle
buone pratiche, così che le best practices possano divenire modelli
utili a garantire lo sviluppo di spazi consoni all’apprendimento e con
tutte le caratteristiche, anche tecnologiche e impiantistiche, adatte
alla funzione dei luoghi.
Il recente concorso lanciato dal Miur “Scuole innovative” rispecchia
questa necessità di riqualificazione, conclusosi a fine ottobre e con
tantissime partecipazioni e proposte di progetti per diversi siti in
Italia. La riqualificazione è una necessità forte e presso la Presidenza
del Consiglio è nata la Struttura di Missione e sono arrivati fondi ad
hoc per interventi sull’edilizia scolastica.
Lo stato dell’arte degli edifici scolastici italiani
Legambiente ha presentato il diciassettesimo rapporto Ecosistema Scuola da
cui si può trarre una precisa fotografia dello stato dell’arte del
patrimonio scolastico. Purtroppo, non sono pochi i dati che lasciano
perplessità riguardo il patrimonio esistente: gli edifici sono insicuri e
sono causa di un elevatissimo consumo energetico per il loro
funzionamento. Istituzioni locali e nazionali, le imprese, i progettisti
e tutte le associazioni del mondo dell’educazione devono cercare un
confronto e dimostrare che grazie ad un dialogo è possibile trovare una
strada con precise soluzioni possibili per garantire al Paese scuole
sicure, sostenibili e innovative. Ecco alcuni dei risultati emersi dal
rapporto.
Legambiente rileva 43.072 scuole ma solo una parte di queste ha
subito interventi di riqualificazione e adeguamento. Negli ultimi 10
anni, infatti, solo il 9,2% degli interventi ha inciso sui temi
precedentemente citati. In particolare, sono 382 gli interventi di
adeguamento sismico, 1960 quelli di efficientamento energetico, 423
quelli per l’installazione di rinnovabili realizzati, e infine, 1216 i
Mutui Bei che tra gli interventi ammissibili prevedono anche
l’adeguamento alle norme antisismiche e l’efficientamento energetico. Si
tratta di edifici datati, il 65,1% è stato realizzato prima del 1974,
anno in cui è entrata in vigore la normativa antisismica e addirittura
il 90,4% è antecedente la legge sull’efficienza energetica del 1991. Sul
fronte della sicurezza antisimica, anche se cresce la percentuale media
degli edifici che hanno effettuato verifiche di vulnerabilità sismica
(che passa da circa il 25% dello scorso anno al 31%), rimane troppo
bassa la media nazionale di quelli costruiti secondo criteri
antisismici, meno del 13%. Ancora forti ledifferenze tra Nord e Sud,
i capoluoghi di provincia del sud dichiarano di avere 3 scuole su 4 in
aree a rischio sismico e una necessità di interventi di manutenzioni
urgenti che è del 58,4%, quasi venti punti percentuali in più della
media nazionale. Il nord, invece, mantiene una discreta capacità di
investimenti, ad esempio nella manutenzione straordinaria, con 62.807
euro ad edificio, cifre in media 5 volte maggiori delle altre aree del
Paese.
L’analisi evidenzia le difficoltà relative ai programmi di finanziamento degli
interventi sul patrimonio edilizio scolastico come, ad esempio,
#scuolesicure, che vede andati a buon fine il 60% degli interventi
finanziati, mentre il Fondo protezione civile, destinato all’adeguamento
antisismico, vede solo un 35% di interventi conclusi. Ma anche per le
misure ancora in corso si riscontrano delle difficoltà, come per
#mutuibei, #indagini diagnostiche e Fondo Kyoto, i cui bandi sono stati
soggetti a proroghe per la difficoltà degli enti proprietari degli
edifici a candidarsi con progetti di riqualificazione. A parte i
fisiologici tempi di realizzazione degli interventi, c’è una diffusa
difficoltà da parte degli Enti Locali nel partecipare ai bandi e nella
capacità di progettare e realizzare gli interventi. Complessivamente il
71% degli interventi avviati è stato di tipo non strutturale (19.724
interventi) e questo spiega perché non si vedono ancora grandi
miglioramenti nella condizione strutturale della nostre scuole.
L’associazione, come solito, offre spunti di riflessioni su possibili passi da compiere. Tra questi c’era il completamento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica per
avere entro il 2020 un fascicolo del fabbricato per ognuna delle 43mila
scuole esistenti in Italia, con tutte le informazioni e certificazioni
indispensabili a individuare problemi e priorità di intervento;
riducendo e semplificando le linee di finanziamento per superare le
difficoltà di accesso ai bandi e di realizzazione degli interventi;
cambiando il ruolo della Struttura di missione per supportare i Comuni a
superare i problemi di accesso ai bandi, coinvolgendo l’ANAC per
individuare procedure efficaci e trasparenti e le Esco, per coinvolgere
risorse e imprenditori privati nel processo di riqualificazione.
La sicurezza nelle scuole
Come detto, la sicurezza è un argomento di primaria importanza, a
maggior ragione dopo la dimostrazione di precarietà che contraddistingue
molti edifici che si è avuta in seguito al sisma del centro Italia.
Quegli avvenimenti hanno sicuramente fatto riflettere il Governo e i
cittadini sulla necessità di cambiare le cose. Non era certo necessario
un evento tanto drammatico per dare il via ad un processo virtuoso che
punti ad ottenere qualità e sicurezza nelle nostre scuole, ma ha creato
una situazione che non permette più alcun tipo di indugio.
“Meno burocrazia e procedure più rapide a livello ministeriale nelle
fasi di distribuzione delle risorse economiche, e sostegno nella fase di
progettazione, soprattutto nei Comuni più piccoli”. Questo il messaggio
della Presidente della Commissione Istruzione, Politiche educative ed
Edilizia scolastica ANCI, Cristina Giachi, in occasione del Primo Forum
sull’edilizia scolastica svoltosi a Roma ad inizio novembre.
“La prospettiva dei Comuni è di chi si trova in prima linea, faccia a
faccia con i bisogni e le paure dei cittadini e con le necessità dei
nostri edifici scolastici, spesso belli, ma antichi e bisognosi di cure e
manutenzioni continue. Abbiamo bilanci comunali compressi e ristretti
con meccanismi di spesa complessi e incredibilmente lenti. Tuttavia le
cose stanno cambiando e oggi possiamo vantare uno stock di finanziamenti
nuovi immessi dal Governo, e anche l’alleggerimento di vincoli come il
patto di stabilità. La direzione da percorrere è di una dotazione
adeguata alla variabilità delle condizioni atmosferiche e sismiche, da
questo punto di vista in gran parte del Paese le strutture non sono
ancora adeguate”.
Di sicurezza si parla anche il 22 novembre, giorno scelto per la
Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole, istituita con la legge
“La buona scuola” del 13 luglio e dedicata a tutte le vittime degli
incidenti avvenuti nelle scuole italiane. La data, infatti, ricorda il
crollo avvenuto nel 2008 al liceo Darwin di Rivoli (TO) in cui morirono
17 ragazzi. Il ministero per questa data organizza, insieme alle scuole,
una serie di eventi finalizzati alla diffusione della cultura della
sicurezza e alla gestione e prevenzione dei rischi.
La sicurezza degli edifici scolastici si ricollega a fattori
interni quali infortuni di varia natura, la propagazione di incendi,
problemi igienico-sanitari o legati ad impianti non a norma o non
funzionanti correttamente. Non dimentichiamo la pericolosità dovuta ad
eventuali danni o deterioramenti della struttura, che possono causare
problemi davvero gravi anche non in coincidenza di particolari fattori
naturali, come i terremoti. Molte scuole, inoltre, si trovano in siti a
rischio idrogeologico, vulcanico o di incendio. Non sono da trascurare
anche altri fattori di inquinamento che possono interferire sul
benessere degli occupanti, come quello acustico o elettromagnetico.
Il responsabile della sicurezza a scuola è il dirigente scolastico, che
deve provvedere ad una serie di adempimenti come la valutazione del
rischio con relativo documento sulla sicurezza, il piano di evacuazione,
le simulazioni del piano d’emergenza. Ha l’obbligo inoltre di
individuare il personale competente e gli addetti al servizio di
prevenzione e protezione, che svolgano periodicamente interventi di
manutenzione ordinaria. Per gli interventi di manutenzione straordinaria devono
provvedere gli enti competenti: per le scuole dell’infanzia, primarie e
secondarie di primo grado i Comuni, le Province per le scuole
superiori.
Come per altri edifici, i documenti principali da citare sono il
Certificato di Agibilità, rilasciato dall’Ufficio Tecnico del Comune,
che ne attesta la conformità a tutte le normative; il Certificato
Prevenzione Incendi, rilasciato dai Vigili del Fuoco dopo diverse
verifiche; e infine il Certificato Igienico Sanitario, che compete
all’ASL.
Esiste una normativa di riferimento, dai tratti preventivi, che chiarifica tutte quelle caratteristiche da considerare quando si parla di sicurezza – e non solo – negli edifici scolastici. Tra le norme, partiamo dal DM 18/12/1975, che contiene le Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, edilizia e urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica. Si definiscono alcune peculiarità rispetto il sito in cui si colloca l’edificio, il suo dimensionamento e alcune caratteristiche generali. Si danno indicazioni precise per i diversi ambienti che compongono la scuola, per la flessibilità, le funzioni e i servizi connessi. Secondo il Decreto “ogni edificio scolastico nel suo complesso ed in ogni suo spazio o locale deve essere tale da offrire a coloro che lo occupano condizioni di abitabilità soddisfacenti per tutto il periodo di durata e di uso, malgrado agenti esterni normali; queste condizioni di abitabilità debbono garantire, inoltre, l’espletamento di alcune funzioni in caso di agenti esterni anormali”. Queste condizioni sono raggruppate in questo modo:
- condizioni acustiche;
- condizioni dell’illuminazione e del colore;
- condizioni termoigrometriche e purezza dell’aria dal caldo e dal freddo, dall’umidità, dalla condensazione, ecc.;
- condizioni di sicurezza (statica delle costruzioni, difesa degli agenti atmosferici esterni, degli incendi, dei terremoti, ecc.);
- condizioni di conservazione dei livelli raggiunti nel soddisfare le esigenze di cui ai punti precedenti (durata dei materiali o delle parti costituenti la costruzione degli apparecchi impiegati, manutenzione, ecc.).
Si parla, invece di prevenzione incendi nel DM 10/3/98 Norme tecniche relative alla sicurezza antincendio in attuazione del DLGS 626/94 e di abbattimento di barriere architettoniche nel DPR 503/96, per cui le scuole sono da considerarsi come gli altri edifici pubblici.
La Legge dell’11 gennaio 1996, n.23 (detta anche Legge Masini) porta il nome di “norme per l’edilizia scolastica” e al primo articolo riporta: “Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale e integrante del sistema scolastico. Obiettivo della presente legge è assicurare a tali strutture uno sviluppo qualitativo e una collocazione sul territorio adeguati alla costante evoluzione delle dinamiche formative, culturali, economiche e sociali”. Offre indicazioni in merito la tipologia di intervento, le norme tecniche da rispettare e le competenze degli enti locali, che devono occuparsi della fornitura, della costruzione, della manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici.
L’aritcolo 6, inoltre, prevede l’istituzione dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica. Fermo per molti anni, ha ricominciato la propria attività l’8 gennaio del 2015 e prevede una “cabina di regia” con sede al Miur. Per l’elaborazione delle norme tecniche e una verifica degli interventi rispetto ciò che è contenuto nell’Anagrafe dell’edilizia scolastica, si avvale di una struttura di supporto, di cui fanno parte i Ministeri e i rappresentanti degli Enti locali e territoriali.Finanziamenti per l’edilizia scolastica
Il Governo inizia a lavorare al progetto del DDL “Buona Scuola” nel settembre 2014 e il decreto va toccare diversi aspetti legati alla scuola e alla formazione, tra cui un continuo investimento dello stato sull’edilizia scolastica, con fondi ad hoc per la manutenzione e la costruzione di scuole innovative. Sono 3,9 i miliardi del fondo unico destinati a questi interventi e ogni cittadino può tenersi aggiornato sui vari finanziamenti concessi agli enti locali attraverso un App.
Tra gli interventi finanziabili secondo la legge 107/2015 (Buona scuola), ci sono quelli legati alla diagnostica degli edifici esistenti, in modo da prevenire crolli e cedimenti strutturali di solai e controsoffitti. Sono stabiliti criteri e modalità per l’erogazione delle risorse agli enti locali, per un totale di 40 milioni di euro. Un finanziamento di 905 milioni di euro è stato previsto all’interno di Mutui BEI, ne sono beneficiari gli enti locali che abbiano proposto interventi per la messa in sicurezza, la manutenzione, al ristrutturazione e di nuove costruzioni. Di grande rilievo anche il fatto che per la prima volta l’anno scorso, il nostro Paese si è dotato di una programmazione nazionale triennale degli interventi di edilizia scolastica per il periodo compreso tra il 2015 e il 2017. Sono stati più di 6.000 gli interventi richiesti dalle Regioni per un fabbisogno totale di 3,7 miliardi di euro. Una parte di questi interventi è stata finanziata appunto attraverso Mutui BEI (quindi con mutui agevolati con oneri ammortamento a carico dello Stato).
Un importante capitolo della legge “Buona scuola” è #scuolesicure, che pone al centro dell’attenzione la sicurezza degli edifici scolastici e che con la delibera CIpe del 30 giugno 2014 stanzia 400 milioni di euro per 1636 interventi. Secondo un monitoraggio proposto dal Miur, risalente a febbraio 2016, sono stati 692 gli interventi per la sicurezza finanziati per un totale di 150 milioni di euro.
Il capitolo #scuolebelle riguarda, invece, gli interventi di piccola manutenzione, decoro e ripristino funzionale degli edifici scolastici. Nel 2015 sono stati autorizzati 64 milioni di euro per il 2016, dopo un coinvolgimento nell’anno precedente di 7.235 scuole con un finanziamento di 150 milioni. Nel 2015 e nel primo trimestre del 2016 sono stati effettuati circa diecimila interventi e la proroga per il 2016 da aprile è stata poi spostata al 30 novembre.
Scuole nuove raggruppa i finanziamenti per le nuove edificazioni o la ristrutturazione completa di quelli esistenti. Grazie al patto di stabilità, nel 2016 sono stati attribuiti altri 480 milioni di euro.
Infine, un apposito programma #scuolesostenibili riguarda tutti quegli interventi finalizzati a rendere gli edifici scolastici ecosostenibili ed efficienti, con un preciso obiettivo di efficientamento energetico attraverso anche l’uso di fonti rinnovabili. Gli interventi possibili sono POI-Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico, PON, POR. Rientrano anche tutti gli interventi finanziati con il fondo Kyoto, con mutui a tasso agevolato. Oltre ai finanziamenti derivanti dagli specifici programmi statali , ci sono anche altre tipologie cui possono ricorrere gli enti locali.
In primis, citiamo la Protezione Civile che finanzia interventi per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici, distribuendoli nelle varie Regioni sulla base del livello di rischio sismico dei territori. Sono finanziati non solo interventi di messa in sicurezza, ma anche costruzioni di nuovi edifici nel caso sia indispensabile sostituire quelli vecchi.
Ne sono altri esempi il citato fondo Kyoto, per interventi di miglioramento di almeno due classi di efficienza energetica degli edifici oppure gli interventi Inail di utilità sociale. In questo caso Inail si fa carico dei costi degli interventi necessari e in cambio acquisisce la proprietà dell’edificio scolastico. Si parla di oltre un miliardo e 800 milioni di euro di investimenti. Le amministrazioni si impegnano poi a versare un canone di locazione annuo corrispondente al 3% del costo complessivo dell’opera sostenuta da Inail. Gli interventi riguardano il completamento di nuovi edifici i cui lavori siano già in corso, ma anche progetti immediatamente cantierabili di nuove costruzioni o la messa a norma di edifici esistenti e saranno realizzati secondo la più moderna normativa per la sicurezza e criteri progettuali di alta qualità estetica e funzionale. Le proposte arrivate sono moltissime e la priorità viene data a quelle per cui è già in corso un appalto.