Obiettivo Scuole in Sicurezza, lo stato dell’arte - i progetti - le risorse
Un approfondimento volto a dare ai lettori una visione sui progetti in corso, gli stanziamenti e il quadro normativo e i soggetti istituzionali di riferimento. Il 17 ottobre 2017 Legambiente ha presentato a Roma, nel corso del secondo Forum Scuola Innova, “Ecosistema Scuola”, il 18° rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi. Luci ed ombre nel report che fa il punto sulla sicurezza degli edifici scolastici italiani: non mancano esempi di buone pratiche, ma il patrimonio in degrado è immenso.
Quello dell'edilizia scolastica in Italia è un patrimonio ampio, diffuso e in gran parte in degrado. Oltre il 60% degli edifici, infatti, è stato costruito prima del 1976 e spesso necessita di interventi di manutenzione se non di importanti riqualificazioni. Inoltre, risulta ancora carente rispetto alle norme di sicurezza, in assenza dell’adeguamento alla normativa attuale. In questo panorama però non mancano alcune esperienze positive, innovative e sostenibili che possono essere replicate e fungere da stimolo al grande progetto di riqualificazione di cui il patrimonio edilizio scolastico avrebbe bisogno.
BANDO MIUR CASA ITALIA
Le risorse a disposizione
Sicurezza e sostenibilità sono le parole chiave per progettare il futuro del “cantiere scuola”, gli obiettivi cui puntare per garantire la qualità e la vivibilità necessaria a favorire processi di formazione moderni in edifici sicuri. Il primo passo quindi è cercare di conoscere questo patrimonio, lo stato in cui versa e i finanziamenti utili alla messa in sicurezza delle scuole. In sintesi, oltre:
- il 41% degli edifici scolastici (pari a 15.055) si trova in zona sismica 1 e 2, cioè a rischio di terremoti fortissimi o forti;
- il 43% di questi risale a prima del 1976, e cioè a prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica;
- solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato successivamente alle tecniche di costruzione antisismica.
In quattro anni sono stati finanziati 992 progetti tra interventi per adeguamento sismico e nuovi edifici, di cui solo 532, pari al 3,5% del totale, in aree a rischio elevato: di questo passo occorrerebbero altri 113 anni per mettere in sicurezza le scuole nelle aree più fragili del Paese. Una situazione allarmante cui bisognerebbe mettere mano immediatamente per cercare di rispondere almeno alle esigenze più gravi, e che non trova nell’anagrafe uno strumento utile e adeguato. Nel complesso dall’analisi realizzata sui Comuni capoluogo emerge la fotografia di un patrimonio edilizio scolastico di bassa qualità con carenze significative di vario tipo, dalla messa in sicurezza antisismica all’adeguamento alle normative (circa una scuola su due non ha il certificato di idoneità statica, di collaudo statico, di agibilità e di prevenzione incendi).
Gli enti locali che hanno risposto al questionario dichiarano la necessità di interventi di manutenzione urgenti per il 43,8% del totale nazionale, dato in crescita rispetto allo scorso anno, che aumenta nei territori del Sud (56% degli edifici che necessitano di manutenzione urgente) e nelle Isole (49,9%). E i tanti soldi messi a disposizione per il miglioramento dell’edilizia scolastica, ben 9,5 miliardi dal 2014 non hanno contribuito efficacemente al raggiungimento dell’obiettivo, anche perché solo 4 miliardi sono stati finanziati e solo 6.157 cantieri risultano conclusi. Se la percentuale dei cantieri conclusi
è ancora bassa rispetto alla richiesta nazionale, il governo ha previsto nuovi investimenti che saranno immessi sul mercato nei prossimi mesi.
Ma ci sono anche esempi virtuosi
Nonostante le difficoltà e le perplessità, rimane forte la volontà di reagire per creare ambienti di apprendimento innovativi, aperti al territorio e sostenibili dal punto di vista ambientale ed energetico.
Proprio a titolo di paradigma, lo studio è corredato dall’esempio virtuoso di dieci scuole innovative che indicano la strada per una nuova cultura scolastica: a misura di bambino, illuminate con luce naturale e ricche di spazi e giardini per il gioco e il contatto con la natura.
• Scuola dell’infanzia Sandro Pertini a Bisceglie
È una scuola ad energia quasi zero. A rendere più innovativo l’impianto, l’utilizzo di batterie di stoccaggio che permettono di immagazzinare l’energia prodotta e poi utilizzarla autonomamente senza l’intermediazione di gestori terzi.
• Polo scolastico di Terento a Bolzano
Una scuola d’avanguardia con l’obbiettivo di favorire un nuovo modello di apprendimento e funzionamento interno, nel quale la centralità dell’aula viene superata. Particolare attenzione è stata rivolta alla scelta dei colori, allo sfruttamento della luce naturale, all’utilizzo di materiali idonei al contesto paesaggistico in cui è collocato l’edificio.
• Scuola Infanzia e Primaria “Don Filippo Rinaldi” a Roma
Il paesaggio verde circostante, caratterizzato dalla presenza di numerose alberature, è richiamato negli elementi strutturali mediante l’uso del legno lamellare per pilastri e travi lasciati a vista sia negli ambienti interni e sia negli ambienti esterni mediante aggetti di pergolati di lunghezza variabile con funzioni di mitigazione bioclimatica.
• Scuola Primaria Rita Levi Montalcini a Felino
La struttura scolastica presenta un sistema costruttivo conforme alla progettazione sostenibile della bioedilizia; requisiti di qualità energetica e prestazioni dell’involucro superiori a quelli fissati per legge; soluzioni impiantistiche innovative ed efficienti; strategie di contenimento dei consumi; uso di fonti energetiche rinnovabili; elevata conformità con il contesto ambientale. La costruzione, interamente a secco, prevede una struttura lignea che garantisce ecosostenibilità e sicurezza antisismica.
• Scuola Secondaria di primo grado “Vivenza” di Avezzano
Gli obiettivi di risparmio energetico sono stati perseguiti sia isolando fortemente la struttura, sia facendo ricorso a forme di energia rinnovabile, disponibili in sito: pompa di calore aria-acqua, energia solare termica, energia solare fotovoltaica.
• Polo scolastico di Collecchio
Le scelte attuate sono valorizzate dall’essere tra loro organiche, una sostenibilità energetico- ambientale per un edificio a basso impatto che garantisca elevate prestazioni in termini
di ecocompatibilità ed efficienza; flessibilità e reversibilità degli spazi, modulabili e riadattabili facilmente secondo modalità mai invasive.
• Liceo Musicale “Augusto Passaglia” a Lucca
Trattandosi di un liceo musicale sono state adottate particolari strategie per garantire un’elevata protezione dei fenomeni acustici: intervento di risanamento con coibentazione della copertura, risanamento con coibentazione termo-acustica delle murature, impianto di riscaldamento con radiante a pavimento con un innovativo sistema di pavimento ‘galleggiante’.
• Scuola Agraria Fürstenburg a Burgusio
La radicale distinzione tra antico e nuovo appare con evidenza nei due corpi inseriti a ridosso del lato ovest della cinta muraria: le strutture metalliche sono fondate sul basamento roccioso e imbullonate al muro di cinta. Questo lavoro è esemplare per più versi, in primo l’intelligibilità di un principio di misura ed economia, esigenza primaria dello spirito moderno.
• Asilo Nido Comunale ad Andria
La configurazione dell’impianto a corte e il tetto giardino, rappresentano una soluzione ottimale per l’isolamento termico e acustico dell’asilo nido e per garantire un corretto soleggiamento e una diffusione controllata della luce, rispondendo l’intera struttura ai requisiti di una attuale architettura bioclimatica che fa propri i principi di inerzia termica e di effetto camino.
• Scuola dell’infanzia a Bagnolo Mella
Al fine di sfruttare al massimo le fonti rinnovabili, che trovano accordo con la scelta dell’utilizzo del legno e del vetro in grande quantità è previsto un sistema fotovoltaico di grande portata da 60KW in grado di supportare la pompa di calore, abbinata ad un sistema di riscaldamento e raffrescamento a pavimento. Previsto inoltre un sistema di recupero delle acque piovane.
Interventi per zone sismiche 1 e 2
Il 28 marzo 2018 è stato pubblicato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il bando, stipulato dallo stesso Ministero e dal Dipartimento Casa Italia, per la “valutazione del rischio sismico e la progettazione di eventuali interventi di adeguamento nelle scuole nelle zone sismiche 1 e 2”.
Le risorse a disposizione ammontano 145 milioni per gli Enti locali, 45 milioni a valere sul bilancio di Palazzo Chigi e il resto sul bilancio Miur. Gli Enti locali proprietari di uno o più edifici scolastici di ogni ordine e grado, che si trovano nelle zone sismiche 1 e 2 e censiti nell’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica, possono richiedere il finanziamento per le verifiche di vulnerabilità sismica e, qualora fosse necessario, per le progettazioni di eventuali interventi di adeguamento antisismico. La graduatoria dei beneficiari verrà definita in base a una serie di criteri, tra cui la vetustà degli edifici, la quota di cofinanziamento, l’appartenenza alla zona sismica 1 o 2, la tipologia costruttiva e di progettazione. A selezione conclusa, la graduatoria predisposta dal MIUR verrà trasferita al dipartimento Casa Italia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che provvederà a finanziare, nell’area di propria competenza e con le proprie risorse, le verifiche di
vulnerabilità e la progettazione di eventuali interventi di adeguamento degli edifici scolastici che si trovano nella zona sismica 1.
A disposizione, 145 milioni di euro, di cui 100 milioni dal MIUR e 45 milioni da Casa Italia. Il 20% delle risorse MIUR sarà inoltre destinato ai Comuni delle quattro Regioni (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) colpite dai terremoti del 2016 e del 2017. I contributi saranno erogati da Cassa Depositi e Prestiti direttamente agli Enti locali. Il contributo per la progettazione sarà riconosciuto per l’importo richiesto solo se, dopo la verifica di vulnerabilità, l’indice di rischio risulterà inferiore allo 0,8 (e quindi sarà necessario sviluppare la progettazione di adeguamento sismico).
Non sarà riconosciuto, invece, se l’ente locale deciderà di predisporre una nuova costruzione piuttosto che un intervento di adeguamento sismico, in quanto non conveniente. Del resto, già in una chiosa del 14 marzo, Roberto Marino, capo del dipartimento Casa Italia aveva spiegare nel dettaglio il bando. «Se dalle verifiche di vulnerabilità l’edificio risulta sicuro, ci si ferma lì e si rimborsano soltanto le verifiche stesse. Ciò permette di evitare di pagare le verifiche due volte. Una volta individuato lo stock di edifici più vulnerabili, pagate le verifiche e la progettazione, la programmazione dei fondi per l’edilizia scolastica, recentemente approvata dal ministro dell’Istruzione, e che prevede l’adeguamento sismico, permetterà di far seguire alla progettazione l’effettiva messa in sicurezza. Insomma, ci sono i fondi per chiudere il cerchio».
Sono 1.739 gli interventi che beneficeranno dello stanziamento di 1,058 miliardi di euro per la messa in sicurezza antisismica delle scuole, previsto dalla Legge di Bilancio per il 2017. Il 22 novembre 2017 il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) in conferenza unificata aveva stilato le ripartizioni regionali, per un totale di 1.685 interventi. Ora, lo stesso Ministero ha pubblicato l’elenco dei Comuni beneficiari delle risorse allegato al decreto 29 gennaio 2018, n. 257, dopo il via libera della Corte dei Conti.
Ben 1.739 interventi (quindi più di quanto stabilito a novembre) potranno immediatamente essere avviati, grazie al maxi-fondo della presidenza del Consiglio, che cuba € 1,058 miliardi nel triennio 2017-2019. La Regione con più interventi è l’Emilia Romagna in cui sono previsti 234 cantieri. A seguire c’è il Lazio con 164 interventi e il Piemonte con 150 interventi. Agli antipodi, per la Valle d’Aosta è previsto solo un cantiere, e neppure uno per il Trentino Alto Adige.
Le tipologie di intervento
Le risorse sono destinate a interventi di adeguamento sismico oppure, qualora l’adeguamento sismico non convenga, di nuova costruzione per sostituzione degli edifici esistenti. Inoltre, saranno finanziati anche altre tre fattispecie d’interventi, quelli finalizzati all’ottenimento del certificato di agibilità delle strutture, quelli di messa in sicurezza resisi necessari a seguito delle indagini diagnostiche sui solai e sui controsoffitti ed infine gli interventi per l’adeguamento dell’edificio scolastico alla normativa antincendio previa verifica statica e dinamica dell’edificio.
Gli enti locali sono autorizzati ad approvare le progettazioni esecutive degli interventi e a effettuare l’aggiudicazione degli stessi almeno in via provvisoria, entro e non oltre 18 mesi dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale. «Sull’edilizia scolastica – aveva spiegato il Ministro dell’Istruzione – in questi ultimi quattro anni, c’è stata una svolta: sono stati investiti quasi 10 miliardi, ma abbiamo operato anche sul fronte del
la governance, istituendo un Osservatorio dedicato, atteso da quasi 20 anni. Abbiamo ora una Programmazione unica nazionale, ovvero un elenco di priorità effettive sulle quali intervenire, abbiamo un’Anagrafe con tutti i dati sullo stato delle nostre scuole. Abbiamo fatto delle scelte importanti non solo per mettere in sicurezza gli edifici, ma anche per innovare gli ambienti educativi. Scelte e azioni concrete che mettono al centro le nostre giovani e i nostri giovani. E con essi lo sviluppo del Paese a partire dal sistema di istruzione e formazione. In questo quadro, l’antisismica ha un ruolo importante.
Le risorse che stiamo dando ai Comuni erano molto attese e abbiamo lavorato velocemente per consentire subito i necessari interventi». «Sull’edilizia – ha chiosato il Sottosegretario Vito De Filippo, con delega all’edilizia scolastica – è stato fatto e continuiamo a fare un lavoro significativo che mette al centro le studentesse e gli studenti con un rinnovato impegno anche sulle scuole secondarie di secondo grado. Fino all’ultimo lavoreremo al Ministero per portare avanti il Piano Nazionale che in questi anni ha consentito interventi importanti sul nostro patrimonio edilizio».