Il comfort acustico esigenza imprescindibile per l’attività scolastica
Le aule scolastiche, così come molti altri ambienti pubblici, sono particolarmente vocate alla comunicazione e il comfort acustico è fondamentale per svolgere nel migliore dei modi specifiche attività. La normativa è in parte poco efficace, le possibili soluzioni sono molte, la progettazione e la posa in opera fondamentali.
Ci discostiamo da problematiche di recupero e ristrutturazione,
di efficientamento energetico e di
messa in sicurezza e affrontiamo ora un argomento
importante per l’edilizia scolastica. La funzione di questi
edifici implica inevitabilmente che per un corretto svolgimento
delle attività didattiche ci sia nelle aule un buon
livello di comfort acustico.
Trascurare questo tema significherebbe
compromettere l’intero progetto di una scuola,
in quanto ogni volta che si realizza un edificio i principi
guida devono essere strettamente legati alla funzionalità
e all’efficacia degli spazi. Si cerca il massimo comfort per
le persone e la soluzione che risponde meglio a determinate
necessità. A questo segue una corretta costruzione e
una precisa ed attenta posa in opera di tutti gli elementi
costruttivi e di finitura, che altrimenti comprometterebbe
l’esito della costruzione. La qualità acustica degli edifici
scolastici e le conseguenti condizioni di benessere per insegnanti
e studenti sono tra gli aspetti forse più trascurati
nella progettazione e realizzazione delle scuole. Il D.M.
18/12/75 norma tale materia, ma ha trovato a tutt’oggi
scarsa applicazione.
Il tema è approfondito al punto 5.1
del testo e prende in esame i requisiti di isolamento al
rumore trasmesso per via aerea e di calpestio, prescrive i
valori del tempo di riverberazione dei locali e stabilisce i
limiti del livello del rumore emesso dagli impianti. Al fine
di verificare i livelli di prestazione forniti dai singoli componenti
edilizi e dell’intero edificio, il Decreto richiede
che vengano eseguite misure in laboratorio ed in opera.
I valori ottimali dei tempi di riverberazione vanno determinati
in funzione del volume dell’ambiente e riferiti alle
frequenza di centro ottava 250, 500, 1000, 2000Hz. Per
l’acustica in generale, in Italia, consideriamo riferimento
normativo il DPCM 5/12/1997 “Determinazione dei requisiti
acustici passivi degli edifici”, che prescrive i requisiti
di isolamento acustico delle diverse unità tecnologiche ed
i limiti relativi alla rumorosità degli impianti. In specifico
ambito scolastico altri consigli pratici e indicazioni sono
contenuti nel Documento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha pubblicato il “Noise in schools”. In questo
documento si parla del problema del rumore nelle
scuole, con indicazioni in merito ai requisiti acustici minimi
e alle tipologie di interventi di bonifica acustica.
Cosa dimostrano le ricerche
Ci sono diverse ricerche che hanno dimostrato gli effetti
del rumore sul rendimento a scuola a causa di difficoltà di
concentrazione; così come ci sono conseguenze negative
per gli insegnanti il cui tono di voce deve essere molto
spesso più alto del dovuto.
Sono troppe le aule italiane in cui il processo educativo
avviene in ambienti eccessivamente rumorosi e la memoria
degli studenti cala quando viene mene la capacità di
attenzione nell’ascoltare l’insegnante.
Tra i diversi studi svolti in materia, citiamo quello dell’Università
degli Studi di Brescia, in collaborazione con l’Associazione
dei genitori dei bambini sordi bresciani ed Ecophon.
La ricerca si è concentrata su un campione di 451
studenti e 29 insegnanti in tre diverse scuole italiane, all’interno
del progetto De.C.I.So. Gli istituti interessati sono: la
scuola primaria Rodari a Verona, la scuola media Calvino
a Chiesanuova e la scuola superiore Copernico a Brescia.
I risultati raccolti sono stati i seguenti:
• Il 94% degli studenti in aule trattate acusticamente dichiara
di riuscire a concentrarsi completamente o parzialmente.
Tale percentuale scende al 57 % in aule non
trattate.
• Il 94% degli studenti nelle aule bonificate ha dichiarato di
sentire e capire che cosa dice l‘insegnante. Tale percentuale
si riduce al 76 % nelle aule non trattate acusticamente.
• L’86% degli insegnanti dichiara di aver notato un miglioramento
da parte degli studenti, che lavorano con più
calma e concentrazione.
• L’84% degli insegnanti valuta l’ambiente sonoro delle
aule trattate acusticamente da buono o molto buono.
Se ci soffermiamo sulle variabili che rendono migliore un
ambiente da un punto di vista acustico, la prima da prendere
in considerazione è il tempo di riverberazione, che è
la riflessione del suono sulle pareti, creando una condizione
più o meno intensa di “rumore”. E’ possibile intervenire
e lavorare a questo proposito, migliorando le condizioni
degli ambienti e favorendo la possibilità di essere sentiti e
compresi bene senza alzare eccessivamente la voce (chiarezza).
Altri interventi riguardano la diffusione del suono
all’interno di uno spazio e i livelli di rumore dati dalla
combinazione di tutti i suoni prodotti.
I risultati possono essere davvero notevoli e migliorare di
molto il comfort interno. Da considerare anche il livello
di isolamento per ridurre il rumore di calpestio, nel caso
che l’edificio scolastico sia su più piani. Allo stesso tempo
è importante isolarsi anche dai rumori provenienti dall’esterno
(isolamento acustico di facciata). Nel caso degli interventi
di Ecophon sulle tre scuole prese in esame si ha
avuto una diminuzione del tempo di riverberazione che
ha raggiunto il 75% nella scuola Rodari, il 73% nella scuola
Copernico e il 50% nella Calvino.
Uno studio svolto negli Stati Uniti (Shield, B.M. and
Dockrell, J.E.: The effects of environmental and classroom
noise on the academic attainments of primary school
children. Journal of the Acoustical Society of America ) ha
appurato che un aumento di 10 decibel (dB) del rumore
di fondo corrisponde in media ad una riduzione dei voti
tra il 5% e il 7%. Questo si collega ad altri studi dove
viene dimostrato, ad esempio, gli studenti rimangono più
concentrati e si stancano meno, si sentono più incoraggiati
a collaborare e partecipare alle lezioni, in aule dove la
comprensione del discorso aumenta del 25%4 e gli alunni
parlano con un livello di voce inferiore di 10 dB, mentre il
livello acustico generale diminuisce di 13 dB.
La comprensione e la concentrazione assumono un significato
ancora maggiore per tutti quegli studenti che seguono le lezioni in una lingua diversa dalla lingua madre,
introversi, affetti da deficit d’attenzione, iperattività, con
problemi di udito o autismo. Si calcola che il 21% della
popolazione scolastica è costituita da soggetti di questo
tipo, con difficoltà di ascolto. Nel loro caso un miglioramento
acustico può davvero fare la differenza. Il rumore è
uno dei nemici principali anche degli insegnanti, spesso costretti
a sforzarsi per farsi sentire, sottoponendo a stress
le proprie corde vocali. Un problema non da poco, considerando
che per gli insegnanti è 32 volte più probabile
avere problemi di voce rispetto a chi svolge professioni
simili. Nelle scuole primarie del Regno Unito ad esempio
si registrano 73 giornate di insegnamento perse all’anno a
causa degli sforzi alla gola da par te degli insegnanti. Eppure
basterebbe correggere l’acustica nelle aule per ridurre il
loro affaticamento, è sufficiente una riduzione di 10 decibel
perché l’orecchio umano percepisca un dimezzamento
del rumore, inoltre è stato calcolato che un buon ambiente
acustico riduce la frequenza cardiaca degli insegnanti di
10 battiti al minuto.
Come intervenire
Per la soluzione del problema acustico possono esserci
diverse tipologie di intervento, una prima distinzione da
fare riguarda la protezione della scuola dai rumori esterni
e le condizioni di comfort acustico nonostante i rumori
interni. Nel primo caso si interviene sia sulla scuola stessa,
intervenendo sulla stratigrafia delle pareti esterne, che su
altri elementi utili sulla base dalla sorgente del rumore e
dalla sua localizzazione. Si possono ottenere risultati tramite
strategie progettuali legate all’orientamento dell’edificio,
alla sua forma o a delle schermature attraverso altri
edifici meno sensibili o barriere appositamente progettate
(efficaci se hanno una massa superficiale superiore a 12
kg/mq e indicate principalmente per le frequenze medioalte).
Ne sono un esempio i muri verdi, che possono essere
realizzati con muri cellulari, moduli a vaschetta in calcestruzzo
riempiti con della terra o elementi di diversi
materiali assemblati in modo tale che si possano riempire
con materiale vegetale.
In generale, per quanto riguarda tutti gli interventi di isolamento
dell’edificio dal rumore esterno, oltre ad un’attenta
progettazione sono fondamentali le fasi della posa
in opera, che se non viene eseguita in modo impeccabile
può vanificare completamente ogni intento, rendendo un
necessario intervento a posteriori ancora più complicato.
Il parametro da considerare è quello di isolamento acustico
di facciata, i cui limiti, molto restrittivi, sono fissati dal
DPCM 5/12/1997: il limite inferiore dell’indice di valutazione
dell’isolamento acustico di facciata normalizzato al
tempo di riverberazione è 48 dB. Il punto debole di questa
imposizione è il non considerare l’ambiente in cui si
trova l’edificio, che può essere acusticamente molto vario.
In merito al tipo di intervento da eseguire in facciata
si deve notare che i requisiti acustici non sono gli unici
da rispettare e ipotizzando la presenza nella stratigrafia
dell’involucro opaco un buon livello di isolamento termico,
si deduce che anche le prestazioni acustiche ne giovano.
Molti degli isolanti termici, soprattutto quelli fibrosi, hanno
anche capacità di isolamento acustico e per ognuno
sono note le capacità fonoassorbenti. La scelta dei materiali,
quindi, è fondamentale. Particolare attenzione a
quegli edifici che prevedono finiture di materiali metallici,
che possono causare il propagarsi di rumori provenienti
dall’esterno (ad esempio quello della pioggia) e che devono
prevedere opportuni strati smorzanti per tutelare il
comfort interno.
Un discorso apposito va fatto per i componenti in vetro.
Gli infissi, come per l’aspetto termico, rappresentano dei
punti critici che devono essere progettati adeguatamente.
Le prestazioni di un vetro singolo non sono ovviamente
sufficienti per ottenere dei livelli acustici accettabili, soprattutto
in luoghi molto rumorosi. Meglio quindi l’utilizzo
di vetrocamera stratificati, che offrono un miglior grado di
isolamento, per quanto non influisca lo spessore dell’intercapedine
tra uno strato e l’altro. Per il gas utilizzato per le intercapedini meglio lo zolfo rispetto ad aria e Argon.
Passiamo ora all’interno e alla necessità di ridurre i rumori
che provengono da attività svolte nell’edificio o dal funzionamento
degli impianti, soprattutto quelli a ciclo continuo.
Da qui la necessità di porre molta attenzione alle pareti
divisorie, ai solai interpiano e all’isolamento degli impianti.
Soprattutto in un ambiente come quello scolastico, può
facilmente capitare che in due spazi confinanti ci siano
attività molto diverse fra loro. Si pensi ad esempio alle
palestre, alle mense o alle aule di musica, in cui il livello
di rumore prodotto è sicuramente poco compatibile con
le condizioni necessarie per svolgere la regolare attività
didattica in un’aula “normale”. Prima di tutto, anche in
questo caso ci sono alcuni accorgimenti progettuali, come
un corretto studio del layout degli ambienti interni e la
possibilità di realizzare spazi cuscinetto per proteggere le
aree più sensibili.
A seconda della tipologia di struttura verticale sono possibili
diverse soluzioni. Nel caso in cui si tratti di partizioni
pesanti, realizzate ad esempio in blocchi di laterizio che
formano una doppia parete, è possibile “disassociare” i
due elementi con l’inserimento di strati elastici, evitando
la trasmissione meccanica del rumore.
Nell’intercapedine, con uno spessore minimo di 5 cm, è
possibile inserire del materiale fonoassorbente, così come
aiuta realizzare le due pareti di uno spessore diverso (ad
esempio 8 e 12 cm).
Un discorso simile vale per le par tizioni leggere, in cui ovviamente
fa la differenza lo spessore delle lastre in gesso,
la presenza dell’intercapedine, il materiale della struttura e
la tipologia di messa in opera. Nella maggior par te dei casi
si opta per riempire almeno in parte l’intercapedine con
del materiale fonoassorbente, raggiungendo spesso anche
prestazioni molto elevate.
Nel caso dei solai attenzione al rumore da calpestio, ci
sono soluzioni “cuscinetto” , elementi orizzontali fonoassorbenti
che servono a fermare il rumore prima che venga
trasmesso alla par te strutturale del solaio. Infatti, vengono
posizionati al di sotto dello strato di finitura, quindi del
pavimento, e del massetto evitando continuità fra questo
e la struttura. Si realizza un pavimento galleggiante che
grazie all’interposizione di un materiale elastico evita collegamenti
rigidi con il solaio. Nel caso in cui questo intervento
non sia possibile, ci sono dei materiali resilienti per
le pavimentazioni, come la gomma, che permettono di attenuare
il rumore da calpestio. In generale, vale comunque
la regola per cui per evitare la trasmissione del rumore da
una struttura all’altra è utile, oltre ad oppor tune strategie
di isolamento acustico, anche la creazione di interruzioni
fra i diversi elementi.
Ultima considerazione riguarda la possibilità di creare
contropareti fonoassorbenti o rivestire quelle esistenti
con appositi materiali, in modo da assorbire i suoni, con
vantaggi sia per l’ambiente stesso che per quelli confinanti.
Questi materiali riducono il riverbero acustico con un
miglior grado di comfort e abbattono il rumore che può
essere trasmesso nei locali confinanti. Serve un’accurata
progettazione del posizionamento di questi elementi e
una scelta ponderata, in base al loro coefficiente di assorbimento
(rapporto tra la capacità di assorbimento e
l’energia sonora incidente).