Antisismica e ricostruzione nelle scuole
Gli edifici scolastici rappresentano un luogo di particolare valore, in cui bambini e ragazzi crescono e imparano. Devono garantire le massime caratteristiche di comfort e sicurezza. Il sisma del 2016 ha dimostrato come persista, in gran parte del nostro Paese, un problema legato allo stato di manutenzione degli edifici esistenti. Ecco che il tema della sicurezza sismica diventa quindi di prim’ordine. Un quadro sui nuovi fondi, le gare appalti e gli ultimi bandi proposti.
Con la diffusione dei dati sull’edilizia scolastica, rilasciati sul sito del Miur, si scopre che le strutture sicure costituiscono l’eccezione e non la regola. Il Ministero dell’Istruzione precisa: "I dati presenti oggi nell'Anagrafe dell'edilizia scolastica fanno riferimento alla progettazione degli edifici - se o meno costruiti secondo le più recenti norme antisismiche - e non sono aggiornati, al momento, con i successivi adeguamenti. Il dato sulla progettazione non equivale a quello sulla sicurezza o sull’adeguamento sismico. Ma soprattutto non è presente in Anagrafe il dato sulla vulnerabilità sismica degli edifici che è quello che serve per stabilire o meno la sicurezza di un edificio in caso di sisma. L'Anagrafe è infatti in corso di revisione come annunciato anche in un nostro recente comunicato".
Nonostante si tratti effettivamente di dati parziali, nel senso che tengono conto soltanto dell'indicatore della progettazione, quello che emerge ancora una volta, come spesso Cittadinanzattiva ha denunciato, è che l'Anagrafe dell'edilizia è uno strumento ancora parziale e che la trasparenza sullo stato di sicurezza delle scuole dovrà ancora attendere.
Bando per il Fondo Kyoto per l’efficientamento energetico
È evidente da un lato che prima del 2008 (quando è entrata in vigore l’ordinanza con i nuovi standard sismici) gli edifici difficilmente potevano essere stati progettati conformemente alla normativa sopraggiunta, ma è altrettanto vero che a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa, molti edifici sono stati successivamente migliorati o adeguati sismicamente. In particolare, dal 2014 ad oggi il MIUR ha finanziato circa 660 interventi di adeguamento/miglioramento sismico per un investimento complessivo di circa 400 milioni. Pochi giorni fa è stato sbloccato un investimento da 1 miliardo circa sempre per questo capitolo. Più altri 300 milioni per la messa in sicurezza. Con la cosiddetta manovrina sono stati stanziati 100 milioni per le indagini di vulnerabilità sismica degli edifici nelle zone più a rischio. E il decreto enti locali ha stanziato 306 milioni per interventi di adeguamento sismico delle scuole delle province e delle città metropolitane.
Sisma 2016: la gara appalti in collaborazione con Invitalia
È stata avviata la procedura per la ricostruzione di un primo gruppo di scuole distrutte dagli eventi sismici che hanno devastato l’Italia centrale tra agosto 2016 e febbraio 2017, dopo essere stata completata la progettazione definitiva dei plessi scolastici a cura della struttura commissariale per la ricostruzione in collaborazione con Invitalia.
È presente sul sito di Invitalia da marzo “L’avviso esplorativo per la formazione di un elenco di esecutori interessati alla realizzazione delle opere di edilizia scolastica di cui all’ordinanza commissariale 14 del 16 gennaio 2017”: in pratica, un avviso rivolto ad aziende ed imprese artigianali interessate a partecipare alla costruzione dei plessi scolastici individuati dal commissario straordinario Vasco Errani.
A maggio sono state pubblicate le liste dei soggetti economici risultanti dalla procedura di cui all’art. 1 e a giugno è stato pubblicato sul portale dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., Centrale Unica di Committenza ex art. 18 del D.L.189/2016 per gli interventi di ricostruzione del Sisma 2016, l’avviso per la formazione di un elenco dei commissari esterni per lo svolgimento delle procedure di gara, da aggiudicarsi con l’offerta economicamente più vantaggiosa, relative agli interventi di opere di edilizia scolastica.
Potranno presentare domanda di inscrizione all’Elenco:
- Professionisti iscritti negli Ordini degli Architetti o negli Ordini degli Ingegneri;
- Professori ordinari, professori associati, ricercatori (o posizioni assimilate) nei Dipartimenti di Architettura o Ingegneria di Università italiane.
Gli interventi verranno realizzati previo affidamento di appalti che comprendono la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori. L’affidamento dei lavori alle imprese avrà luogo attraverso la formula della procedura negoziata, disciplinate dall’Ordinanza a firma del commissario Errani 14/2017, dall’Ordinanza 18/2017 e dal ‘Codice dei Contratti’ (articolo 63, comma 1 e comma 6, del D.Lgs. 50/2016). Le Procedure Negoziate verranno indette e gestite, per conto del Commissario straordinario di Governo, da parte di Invitalia che svolgerà la funzione di centrale unica di committenza con la sorveglianza dell’Anac (come da accordo sottoscritto il 28 dicembre 2016).
Si prevede la riapertura di 2 scuole del centro Italia distrutte o gravemente lesionate dalle scosse di terremoto del 24 agosto e dei mesi successivi.
Il programma approvato con ordinanza 33 dal commissario straordinario di Governo, Vasco Errani, prevede la ricostruzione di 50 edifici, l’adeguamento antisismico di altri 26 ed infine il miglioramento e l’ampliamento per altre 6 strutture. L’investimento complessivo dello Stato è stimato in circa 215,8 milioni di euro, ai quali si aggiungono altri 15,1 milioni di euro della Regione Marche che interviene con i suoi fondi per finanziare alcuni interventi nel proprio territorio.
Gli enti istituzionali proprietari degli immobili, ovvero gli Uffici speciali regionali per la ricostruzione di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, devono provvedere entro i prossimi 120 giorni all’elaborazione dei progetti esecutivi, anche avvalendosi di professionisti esterni e trasmetterli al Commissario straordinario di Governo per l’approvazione definitiva e la concessione del contributo.
L’ordinanza, prevede inoltre una serie di disposizioni e di tetti al numero di incarichi, per evitare l’eccessiva concentrazione di lavori di progettazione e direzione lavori a pochi tecnici anche in relazione alle opere pubbliche.
In seguito, gli elaborati vengono trasmessi alla Centrale unica di committenza per l’avvio della gara d’appalto e l’affidamento dei lavori, mentre gli Uffici speciali regionali svolgeranno anche il compito di stazione appaltante. Con “cadenza trimestrale, i presidenti Regione provvedono a comunicare al Commissario straordinario gli appalti già aggiudicati e quelli in corso di aggiudicazione e a fornire lo stato di attuazione degli interventi”.
Fondo Infrastrutture per antisismica e sicurezza e INAIL per nuovi poli per l’infanzia
Il 21 giugno 2017 si è riunito l’Osservatorio sull’Edilizia scolastica, presieduto dal Sottosegretario Vito De Filippo. Nella riunione sono stati definiti i criteri per la programmazione unica nazionale previsti per l’intervallo 2018-2020 in materia di edilizia; si è ipotizzata la ripartizione delle risorse INAIL per la costruzione di poli innovativi per l’infanzia e si è deciso che entro il 7 luglio 2017 le Regioni dovranno indicare gli interventi prioritari per usufruire delle risorse del Fondo Infrastrutture.
-Fondo INAIL per nuovi poli per l’infanzia
Si tratta di 150 milioni di euro stanziati dall’INAIL per costruire poli innovativi per l’infanzia, a seguito di un prossimo concorso di progettazione. I Poli per l’Infanzia sono una novità del nuovo sistema integrato di educazione e istruzione per i bambini con un età compresa da 0 a 6 anni. Si prevede l’unione in unico fabbricato, o in edifici vicini fra loro, di più strutture dedicate all’educazione e all’istruzione dei piccoli all’interno di uno stesso percorso educativo, dal nido agli spazi gioco, fino alla scuola dell’infanzia.
L’obiettivo del Miur è quello di creare dei veri e propri “laboratori permanenti di ricerca, innovazione, partecipazione e apertura al territorio”.
La volontà che sta alla base di questa idea è’ quella che permetterebbe ai bambini di compiere, all’interno di questi nuovi centri, tutto il percorso educazionale e formativo pre-scolastico, dalla nascita fino all’ingresso alle elementari. Il polo dovrà fornire un servizio flessibile alle famiglie e utilizzare al meglio le risorse a disposizione, grazie alla condivisione degli spazi e alla presenza di personale altamente qualificato.
Il tutto in base a quanto previsto dal relativo decreto legislativo 65/2017, attuativo della legge n. 107/2015 “Buona Scuola”. A carico dello Stato, per un ammontare di 4,5 milioni di euro a partire dal 2019, rimarranno le spese per il canone di locazione che i poli dovranno poi corrispondere all’Inail.
Toccherà alle regioni, d’intesa con gli uffici scolastici regionali, costituire i poli per l’infanzia, tenendo conto delle proposte avanzate dagli enti locali. I nuovi centri per l’educazione dei piccolissimi potranno essere costituiti anche presso direzioni didattiche o istituti comprensivi del sistema nazionale di istruzione e formazione, ma non saranno organismi dotati di autonomia scolastica.
Le Regioni a cui sono state assegnate maggiori risorse sono: la Lombardia (circa 24 milioni di euro), la Campania e il Lazio(entrambe con circa 14 milioni di euro). Le Regioni con meno risorse sono: Valle d’Aosta (circa 900 mila euro), Molise (poco più di 1 milione di euro) e Basilicata (quasi 2 milioni di euro).
Le Regioni avranno tre mesi di tempo per selezionare i progetti migliori sul proprio territorio, da uno fino ad un massimo di tre progetti di polo.
Le risorse saranno ripartite in conformità a vari criteri:
• ampiezza del bacino di utenza (popolazione di età 0-6 anni nel territorio di riferimento)
• disponibilità di un servizio di trasporto
• disponibilità dell’ente a garantire un’ampia apertura
• coinvolgimento del territorio
• utilizzo dei fondi solo per la costruzione di una nuova scuola
I poli si dovranno organizzare in un unico plesso o in edifici vicini e dovranno essere progettati immaginando uno stesso percorso educativo in considerazione dell’età. Potranno essere realizzate al massimo 3 strutture per Regione; il Miur ne pagherà i canoni di locazione.
-Fondo Infrastrutture per antisismica e sicurezza
L’Osservatorio ha indicato il termine ultimo, ossia il 7 luglio 2017, entro cui le Regioni devono indicare gli interventi prioritari già segnalati e le eventuali variazioni.
Ciò al fine di poter assegnare la prima parte delle risorse stanziate tramite il Fondo Infrastrutture, inserito nell’ultima legge di bilancio: si tratta di 1,3 miliardi di euro da spendere dal 2017 sino al 2032.
Queste risorse saranno destinate all’adeguamento sismico (973 milioni) e alla messa in sicurezza (341 milioni) degli edifici previe indagini diagnostiche.
Il bando promuove, attraverso la concessione di finanziamenti a tasso agevolato (0,25%), la realizzazione di interventi di efficientamento energetico sugli edifici di proprietà pubblica destinati ad uso scolastico ed universitario, ivi compresi gli asili nido e gli istituti per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Il finanziamento al 0,25% si avvale di Cassa depositi e prestiti, e gli interventi devono essere svolti entro 3 anni dalla data di inizio lavori.
Possono accedere ai prestiti agevolati:
• i Soggetti pubblici proprietari degli immobili;
• i Soggetti pubblici che a titolo oneroso o gratuito hanno in uso gli immobili pubblici sopra descritti;
• i Fondi di investimento chiusi, costituiti ai sensi dell’articolo 33,comma 2, del decreto legge 6 luglio 2001,n. 98, convertito con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111 e s.m.i.
Le risorse disponibili ammontano ad euro 247.093.955,15 e saranno assegnate sulla base dell’ordine cronologico di ricezione delle istanze, previo verifica della corretta compilazione e delle completezza documentale delle stesse.
Il “Fondo Kyoto” è normato dal D.L. 91/2014 che era stato convertito con modificazioni dalla legge 116/2014.
Si tratta di un Fondo rotativo per l’attuazione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, siglata a Kyoto l’11 dicembre 1997. Il D.L. 91/2014 ha previsto uno stanziamento di 350 milioni per il miglioramento di almeno due classi di efficienza energetica negli edifici scolastici.
Con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 14 aprile 2015, pubblicato in G.U. il 13 maggio 2015, sono stati individuati e disciplinati i criteri e le modalità di concessione di tali finanziamenti. Gli Enti locali hanno candidato 190 progetti per un importo complessivo di circa 100 milioni di euro. Gli interventi ritenuti ammissibili sono a oggi 112.
Il Ministero dell’Ambiente ha già comunicato agli Enti proprietari degli immobili il nulla osta alla stipula dei contratti di mutuo con CdP.
Fissata inizialmente per il 18 ottobre 2016, la scadenza era già stata prorogata al 30 giugno 2017 (con l’adesione di circa 300 Comuni). Ora, mediante il decreto del 27 giugno 2017, n. 169, sono dilazionati di altri 12 mesi i termini per godere dei finanziamenti agevolati, regolati dal Dm n. 40/2016 che ha riprogrammato le risorse residue del d.m. 66/2015 pari a 247 milioni di euro.
“Si tratta di interventi - spiega il Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, - che ritengo molto importanti per la sicurezza e la qualità ambientale delle scuole che frequentano i nostri figli. Abbiamo deciso per la proroga visto che ci sono ancora delle risorse disponibili e noi i soldi per l’ambiente e la sicurezza antisimica li vogliamo spendere bene e spendere tutti”.
“Di particolare rilevo - rileva il Ministro - anche in vista del progetto complessivo di adeguamento antisismico del paese, “Casa Italia” il fatto che “il Fondo consenta di finanziare anche opere di adeguamento alla normativa antisismica, fino ad un massimo del 50% del valore del progetto.
Una opportunità che, in un paese a così alto e diffuso rischio sismico, le scuole e gli enti locali spero sfruttino fino in fondo".
Comuni e Province potranno accedere fino al 30 giugno 2018 al fondo di 350.000.000, destinato a migliorare di almeno due classi l’efficienza energetica degli edifici scolastici.
Non è la prima volta che il Ministero dell’ambiente rinvia i termini per presentare le richieste per accedere al Fondo Kyoto. In questo frangente, sono state soprattutto ANCI e Legambiente a chiedere al Ministero l’ulteriore proroga. Le ragioni, da un lato l’assegnazione a inizio 2018 di spazi finanziari per gli enti locali, dall’altra la necessità di avere più tempo a disposizione per le diagnosi energetiche degli immobili.
Si ricorda che i mutui contratti dagli Enti locali si avvalgono della Cassa e depositi e prestiti (Cdp) e possono finanziare non solo interventi di efficientamento energetico in un arco temporale massimo di 3 anni dalla data di inizio lavori, ma anche opere di adeguamento alla normativa antisismica, fino a un massimo del 50% del valore del progetto.